I Bio Tour di Being Organic: alla scoperta del metodo bio dal campo alla tavola, in compagnia di Massimiliano Ossini

Far conoscere un metodo agricolo rispettoso della terra e degli esseri viventi e sensibilizzare i consumatori sulle tematiche importanti del bio sono gli obiettivi principali dei Bio Tour, organizzati dal progetto Being Organic in diverse filiere caratterizzanti la produzione biologica italiana. Un percorso che attravera lo stivale per raccontare il valore aggiunto delle filiere bio con un testimonial d’eccezione, il conduttore e autore tv Massimiliano Ossini, da sempre attento ai temi ambientali e agricoli.
A Grottaferrata, in provincia di Roma, si è svolto il primo Bio Tour sul vino biologico, prodotto nell’azienda agricola di Capodarco. 12 ettari di vigneti impiantati cinquanta anni fa e coltivati con tecniche naturali, passando da una vendemmia manuale praticata con alcune accortezze: raccolta delle uve asciutte, per evitare che la condensa le faccia fermentare; lavoro nelle ore più fresche, per il benessere dei raccoglitori.
La sostenibilità ambientale infatti, a Capodarco, si coniuga con quella sociale attraverso il coinvolgimento nelle attività lavorative di persone con disabilità fisica, mentale e a rischio esclusione sociale. Capodarco è un’azienda biologica che pratica agricoltura sociale dal 1978, col duplice obiettivo di tenere al centro le persone e il rispetto dell’ambiente, un esempio di come coniugare inclusione e modelli di sviluppo locale sostenibili.

Riscoprire la connessione tra agricoltura e sostenibilità è stato il tema centrale della seconda tappa del Bio Tour, ospitata dal Mulino Val d’Orcia, nel cuore della Toscana. Nei campi dell’azienda, affacciati sulla cittadina di Pienza, si coltivano grani antichi come il Senatore Cappelli e il Verna, varietà che meglio si adattano al regime biologico e ai terreni argillosi della zona. Luchino Grappi, a capo dell’azienda e agricoltore, ha spiegato l’importanza delle rotazioni culturali e della gestione naturale del suolo, mostrando come si alternino le colture per mantenere la fertilità del terreno senza l’uso di sostanze chimiche.

Dal campo si passa al mulino a pietra, dove Amedeo Grappi, figlio di Luchino, ha raccontato il processo di macinazione, con una tappa intermedia: la conservazione del raccolto in un magazzino al di sotto dei 15 gradi. Il mulino lavora i cereali a basse velocità con una macina a pietra, così le farine preservano le loro caratteristiche nutrizionali e organolettiche.
Infine, le farine biologiche vengono trasformate nel pastificio dell’azienda. La pasta è prodotta con una lenta essiccatura e viene poi trafilata al bronzo, per garantire una qualità superiore e sapori autentici. Un richiamo significativo a quanto la terra possa essere una risorsa fragile e preziosa, da proteggere con impegno.

I Biotour rappresentano un’opportunità per far conoscere concretamente le buone pratiche dell’agricoltura biologica. Dopo il vino e la pasta, dal Lazio alla Toscana, il viaggio continuerà in altre regioni d’Italia per esplorare nuove filiere, mettendo in luce non solo i benefici ambientali ma anche i valori etici e sociali che spesso accompagnano il metodo bio.