‘Giusto prezzo’ e semplificazione burocratica: all’Assemblea dei produttori BIO le richieste per rafforzare il settore
Si è tenuta a Roma il 30 ottobre 2024 la seconda Assemblea Nazionale dei soci produttori di FederBio, “Il Bio a raccolta”, organizzata per dare voce alle 14 associazioni che raccolgono oltre 50 mila agricoltori e allevatori biologici e biodinamici della federazione, anello fondamentale della filiera agroalimentare
A più di un anno dalla presentazione del ‘Manifesto dei produttori Bio’ l’assemblea è stata l’occasione per fare il punto sulle politiche a sostegno del settore e per lo sviluppo dell’agricoltura senza sostanze chimiche di sintesi. In primo luogo è stato affrontato il tema del “giusto prezzo” dei prodotti biologici, sempre più rilevante per garantire la sostenibilità ambientale e socio-economica e per aumentare il consumo del biologico. Il messaggio emerso nel corso del dibattito: “Serve un prezzo giusto per il biologico che permetta di produrre cibo sano e pulito, per garantire il reddito degli agricoltori, il rispetto dei diritti dei lavoratori e che renda accessibili ai cittadini alimenti di qualità. Un prezzo che sia definito in maniera indipendente da quello del mercato convenzionale. E consenta di sostenere la crescita del bio italiano.”
Altro tema cruciale è stato la semplificazione burocratica, a partire dall’istituzione di un sistema unico nazionale di certificazione, con tariffe uniformi e piani di controllo standard, approvati da un’Autorità competente nazionale del settore. Un sistema di certificazione semplificato è fondamentale anche per definire il giusto prezzo. Il bio è un settore che gode di buona salute con quasi 94.500 operatori, di cui circa 85.000 produttori, e una superficie agricola utilizzata del 19,8% (fonte: Bio in cifre 2024). Inoltre, il mercato segna un +4,9% in termini di volume e +4,5% in valore negli ultimi 12 mesi, e ha già superato i 9 miliardi di euro di vendite, con un export che dal 2012 al 2023 ha raddoppiato il fatturato (fonte: Nomisma per Osservatorio Sana su dati Nielsen). Un trend in crescita che conferma la leadership in Europa per l’agricoltura biologica nazionale. Un modello di produzione sostenuto dal Green Deal europeo e dalla Strategia Farm to Fork, le cui indicazioni mirano a superare l’attuale agricoltura intensiva e a promuovere la transizione agroecologica nei sistemi agricoli europei.
C’è però bisogno di una semplificazione burocratica e dell’abbattimento dei costi a carico degli agricoltori per mantenere i primati europei ed accompagnare la crescita del biologico italiano.
Lo scorso anno, in occasione della prima assemblea, era stato presentato il ‘Manifesto dei produttori’ un documento che elencava le richieste del mondo del biologico al Governo, alle istituzioni e alle forze politiche, affinché il settore potesse definirsi come uno degli asset strategici del Made in Italy. A più di un anno dalla sua presentazione l’esigenza di accelerare ulteriormente la crescita del bio è sotto gli occhi di tutti.
La crisi climatica e le tensioni causate dai conflitti alle porte dell’Europa hanno in più occasioni dimostrato che serve un cambio di rotta verso sistemi agroalimentari più sostenibili. L’instabilità che si è riflessa sui prezzi dell’energia e delle derrate alimentari e l’aumento drammatico degli eventi meteo estremi sono tutti fattori che richiedono scelte mirate al sostegno di un’agricoltura capace di difendere la fertilità e la tenuta del suolo oltre che la sua capacità di catturare carbonio e di sfruttare al meglio le risorse idriche destinate a diventare sempre più preziose.
Il ‘Manifesto dei produttori’ sottolinea che “la corretta pratica del metodo biologico comporta l’adozione di modelli organizzativi e gestionali, come la rotazione delle colture o l’allevamento connesso al terreno e all’agricoltura aziendali, tecniche e tecnologie che determinano costi di produzione che non possono essere adattati, se non in minima parte, a seconda degli andamenti del mercato”. Inoltre si legge anche “raggiungere il 25% di superficie agricola europea coltivata a biologico indica un cambiamento epocale per il bio che da segmento produttivo di nicchia diventa strumento di politica agricola per l’Europa, fondamentale per offrire soluzioni innovative per la transizione ecologica di tutta l’agricoltura e contribuire agli obiettivi del contrasto al cambiamento climatico e di tutela della biodiversità”.
Da qui la richiesta del settore per il “giusto prezzo”, definito da una Commissione Unica Nazionale (CUN) che regoli il mercato del biologico, in maniera indipendente da quello dei prodotti convenzionali.
Scarica il MANIFESTO dai seguenti link:
L’assemblea dei produttori biologici è stata supportata da “Being Organic in Eu”.